La dieta per l’ovaio policistico (PCOS)
L’obiettivo primario della dieta per l’ovaio policistico è ridurre il peso corporeo, se eccessivo, e migliorare la sensibilità dei tessuti all’insulina
La sindrome dell’ovaio policistico è un disturbo endocrino che colpisce le donne giovani ed è caratterizzato da:
1) alterazioni del ciclo mestruale, che può essere irregolare o assente;
2) presenza di cisti su una o entrambe le ovaie;
3) aumento degli ormoni maschili (iperandrogenismo), che determina comparsa di acne e peluria.
Nel 70-80% delle donne sono presenti sovrappeso, sindrome metabolica e insulino-resistenza. Lo specialista che si occupa di sindrome dell’ovaio policistico è l’endocrinologo o il ginecologo, meglio se specializzato in endocrinologia ginecologica. Tuttavia da alcuni anni anche il nutrizionista è coinvolto nella gestione della donna con sindrome dell’ovaio policistico. Come già detto, molte donne con questo disturbo sono sovrappeso ed è stato dimostrato che il dimagrimento migliora il disturbo.
Ruolo del nutrizionista nella sindrome dell’ovaio policistico
Numerosi studi hanno dimostrato che un'alimentazione corretta in termini di calorie totali e qualità degli alimenti assunti, può aiutare a migliorare il quadro clinico generale. Il primo compito del nutrizionista è quello di valutare se:
- la donna è sovrappeso o obesa;
- è presente sindrome da insulino-resistenza.
In presenza di sovrappeso ed insulino-resistenza l’obiettivo primario della dieta è ridurre il peso corporeo. Di quanti kg andrebbe ridotto il peso? Se possibile ci si dovrebbe avvicinare al peso ideale. Tuttavia, se il peso di partenza è molto elevato, l’obiettivo minimo è riuscire a ridurre il peso di almeno il 20%. Facciamo un esempio pratico: una donna alta 163 cm dovrebbe pesare 55-60 kg. Se il suo peso è di 80 kg, le probabilità di portarla con una dieta dimagrante a 55 kg sono poche. In questo caso è opportuno far perdere alla paziente almeno il 20% del peso iniziale, cioè 16 kg. Ciò significa portare il suo peso a 64 kg. Numerosi studi hanno infatti dimostrato che i benefici su molti sintomi dell'ovaio policistico compaiono quando la riduzione del peso è pari ad almeno il 20% del peso di partenza.
Dieta e alimenti nella sindrome dell’ovaio policistico
Se la donna è sovrappeso il primo obiettivo della dieta è ridurre il peso corporeo. E’ opportuno eseguire anche una curva da carico con dosaggio parallelo della glicemia e dell’insulina. La dieta che utilizziamo nella donna con sindrome dell’ovaio policistico deve essere povera di grassi saturi (es. insaccati, carni rosse grasse, formaggi grassi, interiora, besciamella, etc) e povera di zuccheri semplici (es. merendine, bibite zuccherate, dolci al cucchiaio, frutta sciroppata, frutta esotica, etc). Vediamo più in dettaglio.
Carboidrati nella dieta per l’ovaio policistico
I carboidrati devono fornire il 50% circa delle calorie giornaliere. Per carboidrati intendiamo quelli complessi, a lento assorbimento e ricchi di fibra (es. farro, orzo, riso integrale, legumi, etc). Le patate, il riso bianco, il pancarrè e la baguette sono alimenti da evitare.
Proteine nella dieta per l’ovaio policistico
Le proteine devono apportare circa il 20% circa delle calorie totali. Non va comunque superata la soglia di 1,5 grammi di proteine per kg di peso corporeo ideale e per un periodo di tempo non superiore alle 20 settimane. Una metà delle proteine deve provenire da fonti vegetali (legumi, etc) mentre l’altra metà deve provenire da fonti animali (pesce, uova, etc). Il pesce, in particolare quello azzurro (salmone, sgombro, sardine, tonno), va consumato almeno 2-3 volte a settimana, cucinato alla piastra o al forno. Le carni bianche vanno consumate 1-2 volte a settimana. Le carni rosse, in particolare i tagli magri, vanno assunte al massimo 1 volta a settimana.
Quali grassi scegliere nella dieta per l’ovaio policistico?
I grassi devono fornire il rimanente 25% delle calorie totali. Per grassi intendiamo prevalentemente quelli mono-insaturi (olio extravergine di oliva) e quelli poli-insaturi (pesce azzurro, noci, semi, etc). I grassi saturi (grasso degli insaccati, delle carni e di molti formaggi) non devono superare l’8% delle calorie totali. Grande attenzione va posta ai prodotti caseari. I formaggi grassi, semigrassi e leggeri vanno evitati. Andrebbero consumati solo quelli con tenore di grassi inferiore al 20% (i cosiddetti formaggi magri). Quindi: latte e yogurt parzialmente scremati, ricotta, primo sale, Graukase e mozzarella light. Tutti gli altri formaggi non dovrebbero essere consumati o consumati in piccole quantità come aggiunta al condimento (es. parmigiano reggiano).
- Dati del soggetto
- Sesso: F
- Età: 28 aa; 1 mm; 10 gg
- Altezza (cm): 155
- Peso (Kg): 69,5
- BMI (Kg/m2): 28,9 (sovrappeso)
- Peso concordato (kg): 57
- Peso ideale (kg): da 51 a 54
- Δ ponderale (kg): -9,5
- BMR (FAO/UNU) (kcal/die): 1.433
- TDEE stimato (kcal/die): ~2.095
- Attribuzione calorica (kcal/die): 1.343
- Deficit calorico (kcal/die): -752
Nutriente | Grammi | Kcal | (%) |
Protidi | 61 | 244 | 18,17 |
Glucidi | 179 | 694 | 51,67 |
Lipidi | 45 | 405 | 30,16 |
Totali | 285 | 1,343 | 100,00 |