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Diabete di tipo 2 (diabete alimentare)

Il diabete di tipo 2 è una malattia metabolica caratterizzata dall’aumento delle concentrazioni di zucchero nel sangue (glicemia) dovuto alla resistenza dei tessuti periferici all’insulina

Il diabete di tipo 2, noto anche come diabete alimentare, è una malattia metabolica caratterizzata dall’aumento della glicemia (zucchero nel sangue). L’aumento della glicemia è causato dalla ridotta risposta dei tessuti all’azione dell’insulina. Diversamente dal diabete di tipo 1, nel quale la produzione di insulina è ridotta o azzerata, nel diabete di tipo 2 l’insulina è normalmente prodotta dal pancreas. Tuttavia i tessuti periferici (muscoli, cuore, fegato, etc) sono resistenti alla sua azione e non lasciano entrare facilmente il glucosio, che quindi tende ad aumentare nel sangue (iperglicemia).

Se si dosano le concentrazioni di insulina nel sangue dei pazienti con diabete di tipo 2, si riscontrano molto spesso concentrazioni più alte della norma perché il pancreas, sede di produzione dell’insulina, “viene informato” che l’insulina prodotta non è in grado di trasportare efficacemente il glucosio nei tessuti ed aumenta quindi la sua produzione nel tentativo di compensare la resistenza dei tessuti periferici. Per molti anni, la cosiddetta fase di pre-diabete, questo tentativo di compensazione risulta efficace. Tuttavia, ad un certo punto la capacità del pancreas si esaurisce e l’insulina prodotta non è più in grado di mantenere la concentrazione di zucchero nel sangue nei limiti della norma. Quando la glicemia aumenta fino a superare il valore di 125 mg/dL si dice che il soggetto è affetto da diabete di tipo 2.

Perché si diventa diabetici: cause e fattori di rischio

Il diabete è una malattia multifattoriale derivante dall’interazione di fattori genetici e di fattori ambientali. La predisposizione genetica può essere più o meno forte ed è molto probabile che un soggetto che abbia entrambi i genitori e/o i nonni diabetici sviluppi egli stesso un diabete. Nei casi di forte predisposizione familiare, i fattori ambientali incidono poco e la probabilità di sviluppare il diabete già prima dei 60 anni può essere molto elevata. Viceversa se i fattori familiari sono deboli, i fattori di rischio esterni (es. dieta molto calorica, sedentarietà, etc) esercitano un ruolo cruciale nello sviluppo di diabete.

I fattori di rischio per il diabete di tipo 2

I tre principali fattori ambientali di rischio sono:

  • una dieta troppo ricca e conseguentemente un eccesso di peso (obesità);
  • vita sedentaria;
  • età maggiore 60 anni.

Per quanto riguarda la predisposizione genetica va infine ricordato che alcune etnie, in particolare gli indiani d’America, gli ispanici (messicani, brasiliani, etc), alcune popolazioni nere e gli afroasiatici sviluppano più facilmente diabete di tipo 2 rispetto ai bianchi a parità di altre condizioni.

Come si riconosce il diabete di tipo 2: segni e sintomi clinici

Il diabete può rimanere per anni del tutto privo di sintomi. Quando però presenti, i segni ed i sintomi del diabete di tipo 2 sono molto caratteristici e indirizzano subito verso la corretta diagnosi. Tre sono i sintomi classici:

  • sete esagerata (polidipsia), che obbliga il paziente a bere fino a 3-5 litri di acqua al giorno;
  • minzione frequente ed abbondante (poliuria);
  • aumento della fame (polifagia), cui talvolta si accompagna paradossalmente perdita di peso.

Se i sintomi non sono riconosciuti per tempo ed il diabete si manifesta in forma grave, la glicemia può superare i 500 mg/dL, una condizione che in poche ore può determinare stanchezza grave, sonnolenza e, infine, coma diabetico.

La diagnosi di diabete di tipo 2

In oltre l’80% dei casi la diagnosi di diabete di tipo 2 è occasionale. Cioè il paziente non presenta nessuno dei sintomi sopra descritti. Quasi sempre il riscontro di una glicemia più alta del normale (125 mg/dL) avviene in corso di analisi prescritte per altri motivi. Si dice che il soggetto è affetto da diabete di tipo 2 se sussiste almeno una di queste 3 condizioni:
- glicemia a digiuno, misurata in almeno due occasioni diverse, ≥125 mg/dL;
- glicemia dopo 2 ore l’assunzione di 75 g di glucosio in 150 mL di acqua ≥200 mg/dL;
- emoglobina glicosilata (HbA1c) ≥6,5%.

Complicanze del diabete di tipo 2

I pazienti affetti da diabete di tipo 2 non trattato sviluppano più facilmente malattie vascolari. Ciò è conseguenza del fatto che le arterie, sia quelle di piccolissimo calibro, come le arteriole della retina, sia quelle di grosse dimensioni, come le coronarie e l'aorta, sono perennemente esposte alle elevate concentrazioni di glucosio presenti nel sangue del soggetto diabetico. Figura 1. Complicanze vascolari del diabete.

Complicanze vascolari del diabete - Dr. Paride Iannella.

Le principali complicanze associate al diabete sono la formazione di placche di colesterolo all’interno delle piccole e grandi arterie (arteriopatie periferiche). Quando questi depositi ostruiscono le arterie, per esempio quelle del cuore (coronarie), si verifica l’infarto acuto del miocardio (figura 1). Molto gravi sono anche le formazioni di placche all’interno delle arterie delle gambe, che possono mandare in gangrena le dita dei piedi, fino ad arrivare all’amputazione di gran parte del piede. Se ad ostruirsi sono le piccole arterie della retina dell’occhio, il paziente può compromettere gravemente la vista (retinopatia diabetica). Se invece vengono danneggiate le piccolissime arterie del rene, il paziente può andare incontro ad insufficienza renale  (nefropatia diabetica).

Oltre al danno di tipo arterioso, anche i nervi periferici esposti per anni all’eccesso di glucosio possono danneggiarsi (neuropatia diabetica): il paziente perde sensibilità alle mani ed ai piedi, avverte formicolii, dolore a puntura di spillo, etc.

Cura del diabete di tipo 2

Se non particolarmente grave, il diabete di tipo 2 può essere trattato con la sola dieta. Se la sola dieta ed una costante attività fisica di tipo aerobico non sono sufficienti, si possono aggiungere alla dieta numerosi farmaci. In casi eccezionali può essere necessario fare ricorso all’insulina.

La dieta nel diabete di tipo 2

I soggetti sovrappeso o obesi devono ridurre il loro peso, e nei limiti del possibile, raggiungere il peso ideale. Questa fase di dimagrimento può durare settimane o anche mesi, a seconda di quanto grande deve essere il dimagrimento. Se non è possibile raggiungere il peso ideale, si possono ottenere dei notevoli miglioramenti della glicemia se si perde almeno il 20% del peso iniziale.

Diabete di tipo 2 e attività fisica

Una regolare attività fisica è cruciale per migliorare il diabete di tipo 2. L’attività fisica dovrebbe essere di tipo aerobico: per esempio camminata a passo spedito, cyclette, nuoto, acquagym, etc. Essa dovrebbe essere eseguita almeno 4-5 volte a settimana per almeno 40-50 minuti per volta. Personalmente suggerisco 4-5 sedute settimanali da 40-50 minuti ognuna. Se il soggetto non è in grado di iniziare subito con 40 minuti a seduta, si può iniziare con 20-30 minuti a seduta ed ogni 15 giorni si incrementa la durata di 5 minuti fino ad arrivare a 50-60 minuti a seduta.

Farmaci per il diabete di tipo 2 (farmaci antidiabetici)

Il farmaco di prima scelta è la metformina, una sostanza che aumenta la sensibilità dei tessuti periferici all’insulina. La somministrazione di questo farmaco, in aggiunta ad un'adeguata attività fisica e ad una dieta appropriata, mette sotto controllo il 40-60% dei casi di diabete.

Se la metformina, la dieta e l’attività fisica non sono sufficienti a tenere sotto controllo la glicemia, si possono aggiungere un secondo ed un terzo farmaco. Vi è oggi una ampia scelta di farmaci da aggiungere alla metformina. Se la terapia farmacologica è ben impostata ed il paziente segue un regime di vita appropriato, il 90% dei soggetti riesce a tenere sotto controllo il proprio diabete senza ricorrere all'insulina.

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